venerdì 10 marzo 2006

Lezioni di inglese

Pare che questo semestre mi tocchi riprendere in mano l'inglese. Quella cosa arrugginita che non scrivo da giugno e non parlo da novembre. Quella cosa che ho odiato e amato allo stesso tempo. Quella cosa in cui, al liceo, ho preso pure dei 4 e dei 9.
Inizio la grammatica e inizio il corso di inglese vero e proprio: si parla di Parlamento Europeo, di istituzioni inglesi e americane. Niente di eccezionale, niente di difficile.

Come in ogni allegra storiella c'è un ma...la mia prof, dovreste vederla. Italiana, ma vestita all'inglese, sulla sesantina, tutti dimostrati pienamente, con un caratterino da mammina rompiscatole e con una pronuncia oscena.

Quasta donnina fa lezione a modo suo. Arriva, ci chiede dove abbiamo pranzato, cosa abbiamo mangiato (ovviamente correggendo la nostra pronuncia da bambini dell'asilo) e poi ci racconta dov'è andata (in mensa), perchè è arrivata tardi a lezione (pullman), come si fanno le crostate. Sì, le crostate.

Poi, inizia la sua spiegazione scandendo ogni parola, ripetendo ogni cosa almeno 5 volte, facendo domande in giro per vedere se stiamo attenti. Ecco, io sclero. Non perchè io sia un geniaccio in inglese, ma perchè è troppo lenta, in pratica scrivo sotto dettatura, anzi... ho anche tempo di : fare squilli, parlare, criticare la sua pronuncia, aiutare chi non capisce (non mi capacito, c'è anche gente che non riesce a seguire...), mettere a posto gli appunti della lezione prima. Insomma, se non prendesse le frequenze, la sottoscritta studierebbe volentieri a casa...anche perchè, dimenticavo : ripete esattamente le parole scritte sul libro, non una in più, non una in meno (beh, l'ha scritto lei...).

Tata / già stressata

Nessun commento: