Giovedì, verso le 18:50, ero al telefono con Riccardo. Intanto ho notato che sul mio cellulare compariva un messaggio. La tim comunicava che qualcuno stava tentando di chiamarmi e io ero occupata. Non un qualcuno qualsiasi, ma il papà di Riccardo.
Sorpresa (direi a livelli piuttosto considerevoli) ho annunciato al fidanzato che suo papà mi chiamava e che quindi avrei messo giù, per capire cosa voleva.
Tempo 4 secondi e mi chiama.
"Pronto"
"Cristina?Ciao"
A tutto questo è seguito un infarto multiplo. Non per la telefonata in sè, ma perchè dopo 2 anni e 10 mesi che io e il figlio stiamo insieme ha iniziato a darmi del tu. No, non potete immaginarla la mia faccia.
"Stasera facciamo una festa a sorpresa per Riccardo. Ti vengo a prendere?"
Il secondo infarto della giornata. Allora no, mi preparo e lo raggiungo io a Piacenza.
Alle 19:20, non so come, sono davanti all'ufficio.
Saliamo in macchina e sto composta come non sono mai stata in vita mia, così, per soggezione o perchè Riccardo vedendo come stavo in macchina, un giorno di qualche anno fa, ha affermato "in macchina con mio papà certe cose non si possono fare". La mia risposta in quel giorno era stata "tanto non salirò mai in macchina con lui". Ci ripensavo e dentro di me ridevo.
Mi sembrava, mentre lo ascoltavo, mentre mi diceva "ti do del tu, eh?!", che non fosse vero. Non poteva esserlo. Suo papà mi incute un profondo timore, non abbiamo mai parlato veramente di niente, mi sembra che ad ogni parola che possa dire possa essere in qualche modo colpita e affondata. Per questo, anche in macchina, ho proferito poche parole, frasi sensate e lapidarie.
Ci siamo fermati, poi, al supermercato a prendere 2 bottiglie di vino "perchè ieri ci siamo accorti che non c'è neanche una bottiglia di vino buono in casa". I commessi non trovavano le chiavi della vetrinetta. "Non si può scardinare!?".
Non era il timore che mi faceva stare zitta, era che ancora non ci credevo.
Saliamo in macchina con il bottino. Suo papà non è che parla e basta, è un fiume in piena. Lo fissavo, sempre incredula.
Siamo arrivati a casa sua. Mi ha lasciato giù, ricordandomi che "si spengono le luci e c'è la colla delle biscioline, attenta a non attaccarti". Dopo 3 minuti è sceso a prendermi. In ascensore mi ha fatto accucciare, che così non mi vedeva nessuno e mi ha detto che Riccardo era sul divano, il mio compito era spaventarlo.
Peccato che quando l'ascensore si è aperto abbiamo scoperto che Riccardo stava apparecchiando la tavola. Nessuno spavento, in compenso è rimasto a bocca aperta.
Non solo perchè io ero lì, ma perchè ero arrivata con suo papà.
E' seguita una tranquilla serata, a bere vino e champagne, a osservare il perlage e a guardare vecchi filmini... insomma, spavento e timore passati (col vino, è ovvio...)!
Volevano festeggiare il suo compleanno, sorprendendolo e, come mi ha ripetuto suo papà, ero l'unico regalo che erano sicuri che gli piacesse...
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2 commenti:
Il lupo non e' mai cattivo come sembra.
Naturalmente una metafora
Un po' in ritardo AUGURI!
john
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